Coppia

Terapia di coppia: come capire di aver bisogno di aiuto

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“E’ il tempo che tu hai perduto

 per la tua rosa 

che ha fatto la tua rosa

così importante”

(Il Piccolo Principe)

La relazione di coppia non è un qualcosa di statico o di determinato, bensì è dinamica e in continua trasformazione. Con il passare del tempo, infatti, le emozioni travolgenti della fase iniziale di innamoramento evolvono in un sentimento più profondo, l’amore. La relazione tra i due partner diventerà più stabile e solida e si susseguiranno alcune vicende della vita ed esperienze che porteranno, inevitabilmente, a cambiamenti sia nelle due persone, sia nella relazione di coppia. Talvolta questi cambiamenti possono provocare uno squilibrio molto forte tra i due partner perché non sempre vanno nella stessa direzione e possono spingere la coppia in una crisi profonda. A volte uno o entrambi i partner sperimentano un malessere duraturo che sembra insuperabile e i tentativi autonomi di risoluzione non sono sufficienti ad appianare le difficoltà. In molti casi i problemi tendono, infatti, a trasformarsi in dinamiche ripetitive, che alimentano le incomprensioni e creano una sorta di circolo vizioso.

Ogni coppia, prima o poi, può attraversare periodi di crisi, ma solo alcune decidono di chiedere un aiuto esterno, decidendo di iniziare una terapia di coppia. Prendere consapevolezza del fatto che la vita di coppia non è semplice ma complessa e che possono esserci e capitare momenti di difficoltà è il primo passo importante per prendere in considerazione il fatto che, in alcuni casi e nonostante gli sforzi, non riusciamo a superare la crisi e che potrebbe essere utile uno sguardo neutro ed esterno alla coppia, che possa fornire un punto di vista diverso ai problemi emersi e talvolta congelati.

Ma come capiamo di aver bisogno di una terapia di coppia?

La maggior parte delle crisi di coppia parte da un aspetto in comune: la comunicazione o, più precisamente, la cattiva comunicazione o – molto spesso – la mancanza di comunicazione. Il primo assioma della comunicazione descritto da Paul Watzlawick, uno psicologo pioniere della comunicazione umana, dice che è impossibile non comunicare: ciò significa che anche il silenzio dice molto, così come uno sguardo o un atteggiamento.

Ci sono coppie che, col tempo, iniziano a dare per scontate certe azioni o situazioni, altre evitano di parlare per timore di peggiorare una condizione già precaria o per scongiurare una discussione. Ma il punto è che, evitandola, spesso alimentano i “non detti” trasformando quello che poteva essere un confronto in una litigata che li porterà ad allontanarsi ancora di più. Tante coppie arrivano anche a non vedersi più, a trascurarsi, dando la colpa ai molti impegni quotidiani, lavorativi, ai figli, alle preoccupazioni e arrivano a provare un senso di fastidio alla sola presenza dell’altro e a essere irritati dalla loro presenza. Ed ecco che la coppia vacilla, emergono dubbi sulla volontà di continuare a stare insieme.

Nell’uso comune il termine crisi ha assunto un’accezione negativa, ma se guardiamo al significato etimologico di questa parola (krino = separare, valutare, discernere) possiamo coglierne anche una sfumatura positiva: un momento di crisi può essere considerato un momento di riflessione, di valutazione e può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento e una rinascita.

I motivi per cui una coppia entra in crisi quindi sono diversi, possono intrecciarsi sia fattori esterni che interni alla coppia o all’individuo, come ad esempio tutti i cambiamenti importanti nella vita delle persone (nascita di un figlio o difficoltà nel concepimento, lutti, trasferimenti, cambio di lavoro). Non da meno sono i bagagli familiari che, volenti o nolenti, le persone si portano dietro, come credenze, valori, comportamenti e atteggiamenti che derivano dalle famiglie d’origine, che possono rappresentare una ricchezza, come, a volte, un peso nella costruzione dei nuovi valori condivisi che la nuova coppia costruirà. Quando la coppia non condivide determinati valori e uno dei due partner o entrambi continuano ad essere molto legati al sistema valoriale dei propri genitori, può innescarsi una crisi e possono aumentare le tensioni.

Nonostante molte coppie si trovino in crisi, non sono molte quelle che chiedono un aiuto arrivando precocemente a separarsi o decidendo di rimanere insieme, ma infelici. Scegliere di fare una terapia di coppia è una forma di responsabilità e non è sicuramente la strada più semplice, perché significa mettersi in gioco ed è necessario volerlo fare ed essere motivati a voler cambiare le cose. 

Quello che forse non tutti sanno è che non necessariamente la terapia di coppia viene fatta per risolvere i problemi e far di nuovo “funzionare” una coppia; a volte, infatti, dopo un confronto approfondito, può emergere che la decisione migliore per entrambi sia quella di separarsi e andare per la propria strada. 

Quello che sicuramente viene fatto in una terapia di coppia è portare ad un confronto tra i partner, a una comunicazione che da molto tempo era probabilmente scarsa o non costruttiva. Le persone vengono aiutate dal professionista anche a definire meglio le problematiche portate e mettere a fuoco le criticità che molto spesso rimangono sepolte o oscurate per evitare discussioni.

La terapia può essere l’occasione, per la coppia, non solo per sbloccare una situazione congelata e statica, fatta di insoddisfazione e rammarico, ma anche di conoscersi di più e acquistare consapevolezza di ciò che ognuno ed entrambi hanno bisogno. 

Foto di copertina: Alex Iby su Unsplash

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