“Lamentarsi serve solo
a continuare a fare
ciò che non ti piace”
Giuseppe Catozzella
Il periodo che stiamo vivendo ci ha inevitabilmente costretti a nuovi ritmi, routine e a modificare in qualche modo il nostro stile di vita. Viviamo un momento in cui fuori c’è confusione e ciò che spesso accade è che il caos esterno viene vissuto e percepito anche internamente.
Non possiamo decidere per gli altri ma qualcosa possiamo fare
Ovviamente non possiamo controllare o decidere per gli altri, non abbiamo una bacchetta magica che ci permette di esaudire i nostri desideri, ma qualcosa di sicuro lo possiamo fare e quel qualcosa è per noi stessi. Allo stesso modo non possiamo modificare o sperare che cambi, dal nulla, il comportamento o l’atteggiamento degli altri, soprattutto da chi ci sta intorno, ma se c’è qualcosa che non ci va giù e che non condividiamo, ciò che possiamo fare è muovere qualcosa, agire, facendo qualcosa che faccia stare meglio noi. Ogni cambiamento infatti, seppur minimo, porta inevitabilmente a un cambiamento anche nel contesto che ci circonda e di cui facciamo parte.
In questo periodo dove il controllo delle nostre vite e della nostra quotidianità è perlopiù in mano a politici e medici, potremmo sentire di non essere più padroni della nostra vita e quindi di noi stessi. E questo potrebbe farci sentire impotenti e inermi, senza possibilità di scelta. In realtà questo non è pienamente vero perché, anche se, effettivamente, tante possibilità al momento sono rimandate ad un futuro che ad oggi non possiamo quantificare, qualcos’altro si può fare, qualcosa che ha a che fare con noi stessi.
Basta lamentarsi! Che cosa possiamo fare allora?
Siamo abituati a lamentarci delle cose che non vanno, delle cose che vorremmo cambiare e di quelle che non abbiamo, perdendo di vista il positivo, ovvero ciò che invece già abbiamo ma che, in momenti come questi, fatichiamo a riconoscere.
Il fatto è che lamentandoci di ciò che non abbiamo perdiamo di vista ciò che potremmo fare se non dedicassimo tanto tempo al pensiero di non farcela. Dobbiamo uscire dall’identificazione del “Calimero” o del “brutto anatroccolo”, perché solo “facendo” e sentendoci attivi potremmo riportare ordine e “controllo positivo e proattivo” nella nostra vita.
E tu ascolti le tue emozioni?
Spesso tutto questo ci risulta difficile perché non siamo abituati ad ascoltare le nostre emozioni, la nostra “pancia”, ma mente e corpo non sono separate, agiscono e funzionano di pari passo. Ascoltando solo uno dei due aspetti rischiamo o di essere trascinati dalle nostre emozioni, risultando impulsivi o travolti da esse, non riuscendo a gestirle, oppure di essere solamente razionali, rischiando di perdere di vista ciò che sentiamo, con il risultato che saremo insoddisfatti della nostra vita, senza capirne magari il motivo e senza sentire di poter cambiare qualcosa.
È importante ricordare che c’è sempre una possibilità diversa di scelta, siamo noi che decidiamo a cosa dare importanza e priorità, che siano cose o pensieri. Siamo noi che, se qualcosa non va nella nostra vita, dobbiamo rimboccarci le maniche e prendere in mano le redini del nostro benessere.
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Prendere in mano la nostra vita non è la strada più facile (spoiler: però è l’unica che porta a qualcosa)
Di sicuro questa non è la strada più facile, perché lamentarsi spesso risulta apparentemente più facile. Ma il punto è che piangersi addosso non ci porterà a niente se non ad aumentare l’insoddisfazione percepita. Allora forse, può valere la pena mettersi in gioco e iniziare a fare quel piccolo passo per se stessi che potrebbe portarci a una reazione a catena di cambiamenti che nemmeno potevamo immaginare!
Non sempre ascoltarsi e far sentire la propria voce, a se stessi e agli altri, è un passaggio semplice da fare da soli. A volte i pensieri di sfiducia e inadeguatezza sono talmente radicati che si fatica a riconoscerli e a dargli un senso e un significato.
In questi casi, l’aiuto di uno/a psicologo/a può essere quel supporto che manca per dare la spinta e aiutare a riconoscere, accogliere e gestire le proprie emozioni, per non esserne più travolti ma imparare a comprenderle, imparando a lamentarci di meno e a sentirci più in grado di fare, giovandone nel quotidiano.
Questi sono i miei contatti, nel caso tu voglia parlarne con me:
- la mia email
- il numero di cellulare 349 4241925
“Possiamo scegliere quello che vogliamo seminare,
ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato.”
(proverbio cinese).
Foto di copertina: Javier Allegue Barros su Unsplash