Famiglia

Paura del nido vuoto: quando i figli vanno per la loro strada


Ci sono solo due lasciti inesauribili
che dobbiamo sperare di
trasmettere ai nostri figli:
delle radici e delle ali.

Harding Carter

Nel ciclo di vita di ogni famiglia arriva sempre un momento in cui i figli decidono di prendere la propria strada e quindi di andare via di casa. Pur trattandosi di un passaggio assolutamente naturale nella vita di ciascun individuo, non sempre viene vissuto con gioia e positività dai genitori, anzi, per alcuni può rappresentare un momento molto difficile da gestire.

I genitori, infatti, dopo tanti anni passati ad accudire e occuparsi delle necessità e delle esigenze dei propri figli, si ritrovano improvvisamente a essere di nuovo in due in casa, una coppia, come non succedeva da tanti anni. E se durante questi anni non si sono impegnati a mantenere viva la loro relazione di coppia, oltre a quella genitoriale, possono ritrovarsi spiazzati e con poco da condividere. Tutto ciò può far scaturire alcune domande e considerazioni come:

“E adesso come riempirò il silenzio, prima tanto desiderato e che adesso fa tanta paura?”

“Con il mio compagno ci ritroveremo e ci riscopriremo o non avremo più molto di cui parlare?”

“Il tempo passa così velocemente, sto invecchiando”.

La sindrome del nido vuoto

Queste sono solo alcune delle tante questioni che i genitori possono porsi quando i loro figli decidono di spiccare il volo e tali riflessioni possono portare a una vera e propria “sindrome del nido vuoto”, caratterizzata da sentimenti di solitudine e tristezza e accompagnati da un senso di vuoto, in alcuni casi di inutilità o perdita di senso. A volte si possono anche riscontrare difficoltà di concentrazione, fatica e una sensazione di preoccupazione eccessiva e diffusa.

In realtà, l’uscita di casa dei figli è un momento di passaggio che rappresenta un grande cambiamento sotto vari punti di vista e, in quanto tale, può portare a momenti di crisi e di difficoltà dai quali è necessario passare per ottenere qualcosa di buono. Infatti, se da un lato l’uscita di casa dei figli può essere visto e percepito come un momento di grande timore e difficoltà, dall’altro può rappresentare per la coppia la possibilità di reinvestire nel proprio progetto di vita insieme.

Affrontare al meglio questo passaggio

Per prevenire e affrontare al meglio questo momento di passaggio è importante, innanzi tutto, sapere ed essere consapevoli che possa succedere e considerarlo da diversi punti di vista: la dimensione individuale, di rapporto coniugale e di relazione tra genitori e figli.

Per quanto riguarda la dimensione individuale, le persone più vulnerabili sono quelle che nel corso degli anni si sono identificate principalmente nel loro ruolo genitoriale, trascurando o comunque mettendo da parte quello individuale e di coppia, vivendo in primo luogo in funzione dei bisogni dei propri figli, faticando a coltivare un proprio spazio individuale.

Il momento in cui i figli lasciano il nido può essere sfruttato per riscoprire ciò che abbiamo trascurato negli anni, ciò che ci piace davvero fare, come un hobby o la dimensione più sociale o prendendosi semplicemente un po’ di tempo per se stessi, ascoltando i propri desideri.

La dimensione di coppia

Un’altra dimensione che viene spesso ritrovata o talvolta accusata è quella di coppia perché, dopo tanti anni passati a stare dietro ai figli, può succedere che la coppia venga trascurata e può essere questo il momento giusto per ritrovarsi e tornare ad avere quell’intimità e complicità che c’erano prima di avere dei figli. Gli effetti di questo cambiamento possono andare in due direzioni: per alcuni può essere un modo per riportare alla luce vecchie crepe che erano state dimenticate in favore della cura dei figli, mentre per altri, non avere più figli intorno 24 ore su 24, può essere un pretesto per ravvivare il rapporto. È il momento di riscoprirsi coppia, poter fare dei progetti, viaggi, pensarsi ancora insieme e divertirsi come quando non c’era la responsabilità dei figli.

I genitori senza un coniuge o un compagno al proprio fianco possono avere maggiori difficoltà nell’affrontare questo periodo di transizione perché sentono di non avere nessuno con cui condividere i momenti di vita quotidiana. In questi casi può rappresentare una grande occasione per affrontare al meglio questo momento rimettersi in contatto con gli amici, frequentare associazioni, dedicarsi al volontariato o iscriversi a un corso.

Si modificano i rapporti

Inoltre, è importante tenere in considerazione che anche il rapporto esistente tra genitori e figli andrà modificandosi: anche se il figlio parrà al genitore sempre piccolo o giovane, in realtà adesso è un giovane adulto e come tale il modo in cui ci rapporteremo con loro dovrà adeguarsi.

Infine è importante tenere presente che, se i figli avuti ad una certa età lasciano la casa dove sono cresciuti, è un fatto tutt’altro che negativo. Se è vero che oggi in Italia l’uscita di casa viene sempre più spesso posticipata, spesso a causa della precarietà lavorativa, è anche vero che, quando a questa indipendenza finalmente si arriva, essa diviene un momento di crisi per i genitori stessi che, dopo aver tanto spronato i figli a raggiungere una propria autonomia, non sembrano poi tanto disposti a lasciarli andare per la propria strada. A questo proposito è importante ricordare che si deve pensare che se i figli hanno avuto la capacità di prendere il volo è perché i genitori sono stati molto bravi a farli volare.

Foto di Luke Brugger su Unsplash

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